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Prima di dormire

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Ho sognato spazi infiniti
Chiusi lì nella mia mente


Sia Pace

Buongiorno a Voi.

 

“Tutti parlano di Pace, e la Pace non c’è!”

 

Questa frase di Padre Turoldo ha sempre riempito i miei orecchi e i miei pensieri.

Basta guardarsi attorno: essa è una fotografia oggettiva del mondo, ma cosa significa? Da dove trae origine? Forse dal fatto che nessuno vuole davvero la Pace? 

Questa prima domanda/risposta centra sicuramente uno degli aspetti, magari quello più grande di macrosociologia direi; spiega per esempio perché non vi sia pace tra gli Stati. Nasconde e svela la volontà di alcuni di mantenere il mondo in conflitto per scopi loschi e subdoli: potere sugli altri, ricchezza economica, addirittura pura cattiveria o addirittura tutte queste motivazioni insieme. Cè persino, provo orrore a pensarlo, una ragione asettica, senza morale, per poter produrre nuove armi è necessario smaltire le vecchie e usarle costa meno che rottamarle. Secondo quest’ottica tutto viene ridotto a un semplice ingranaggio. La vita una rotella o un blocco della stessa.

Si fa passare il pensiero che la vita in realtà non venga oltraggiata, perché “le guerre buone” e le bombe che esse sganciano uccidono i cattivi che (loro) stanno uccidendo i buoni e quant’anche fossero questi ultimi le vittime del nostro intervento, carico d’amore (scusate il sarcasmo), essi non sarebbero in questo caso persone, bensì entità note come “danni collaterali”. Non è una cosa definitiva, no? La morte è definitiva e irrimediabile, i danni si riparano. Non si rompono forse le uova per fare una frittata? Subdolamente si instilla un ragionamento secondo cui i morti sono come uova per una frittata… Ce n’è abbastanza per non mangiare più.

Purtroppo non esagero: una pubblicità in TV è addirittura più esplicita di così, parlando di banche e dei pensieri fondamentali che realmente ci poniamo.

Qui entriamo in gioco noi, auditorio pronto a bersi qualunque cosa venga propinata, assuefatto a veder scorrere sangue a fiumi mentre mangia pasta al pomodoro e a porsi terribili domande davanti a bambini dilaniati dalle bombe: “Mi passi il sale?”, i più “colpiti” aggiungendo “Per favore”.

È un quadro certamente triste e deludente. 

Non vi sono cose nel grande  che già non sono contenute nel piccolo e così io penso che il problema sia dentro ogni singolo.

La Pace è uno stato, come la guerra e i conflitti.

Parliamo tutti della pace e la ricerchiamo, ma la nostra. La vita dei più è tutta una ricerca all’esser lasciati in pace.

Ecco il problema: la Pace non c’è perché non è per noi uno stato interiore autentico.

Come disse il Dalai Lama: “Non vi è alcuna via per la Pace, la Pace è la Via”

Esempi religiosi e non, su tutti forse Gesù e Gandhi, ma anche San Francesco e Martin Luther King, hanno insegnato al mondo a compiere rivoluzioni impensabili senza versare una sola goccia di sangue. Ma oggi quanti emuli vediamo di queste grandi luci? 

Oggi siamo tornati al vecchio “occhio per occhio”. Questo è un modo facile di rispondere. Innanzitutto perché non ci da responsabilità. Il fatto che noi  riteniamo di “restituire” quanto abbiamo ricevuto lascia il pallino della questione in mano ad altri. Non non ne abbiamo demeriti (“È stato lui a cominciare”), ma nemmeno ne conquistiamo dei meriti (cosa abbiamo fatto per cambiare la situazione?

Se rispondiamo a un attacco con un attacco moltiplichiamo il potere dell’altro e gli diamo la completa vittoria su di noi, anche se in un duello fossimo noi i sopravvissuti.

Ritengo questo possa accadere, in quanto questo stimolo trova terreno fertile nel nostro spirito sempre agitato, una valvola di sfogo per la nostra insoddisfazione, libera dal non aver responsabilità, ricadendo queste, secondo noi tutte sull’altro, come detto prima.

Non si può non citare però un altro insegnamento: quel “Porgi l’altra guancia” professato da Gesù; quel suo “A chi vuole strapparti la tunica, lascia anche il mantello”. 

Questo! Questo sì che cambia le cose! Questo davvero può mostrare all’altro l’inutilità delle sue azioni e da a noi il nostro potere, perché reagire non è agire.

Per far questo però è necessaria una piena consapevolezza di sé e di ciò che si ritiene giusto.È necessario conoscere bene il centro delle nostre convinzioni per poterlo sempre riconoscere in ogni situazione; per poter sempre agire, quindi, secondo quanto siamo e non solo per quanto non siamo.

È un mondo difficile per fare questo, ma lo è diventato e peggiorerà se ci si arrende.

Se vogliamo la Pace, dobbiamo essere in Pace.

Se vogliamo aiutare il mondo, dobbiamo compiere gesti di Pace, vivere compiendo azioni che portino Pace.

Certo… dobbiamo anche essere pronti a pagarne le conseguenze in questo mondo.

Mai detto che potesse essere facile. È una scelta. Come tutto in fondo

Umberto

SigilloPiccolo

 


Oggi sono qui

Non era stato dimenticato che adoro Venezia, vero? 😉

 

Sei bella,
Venezia,
che bella 
ti desti
dal fondo 
del mare,
in cui padrona
ti specchi.
Il mare
t’inargenta
e l’onda fugge;
il mio occhio
mira e rimira,
mentre il silenzio
mi parla.
Dolce è la visione,
dolce il cammino!
Belle sono
le onde là,
dove l’occhio
incantato spazia.
Un’eco odo risalire
dalle calle
e spandersi dolce
per l’aere
dal sapor di mare.
È voce amica
che nel cuore
penetra,
rimanendo
a perenne
ricordo.
Sono a Venezia
che incanta
e strega.

(Luca Vicenzo Simbari)

 


piccolo fiore

Faticai a non calpestarti 
Piccolo fiore che
A malapena t’alzi da terra.
Non fu difficile
Passarti oltre
E proseguire il mio passo.
Vennero venti a scuotermi
E mi presero
E mi portarono via
Io così forte che
Spostavo le montagne.
 
Lunga la strada 
Del mio ritorno.
 
E di nuovo sono qui
E tu ancora sei qui
 
Per niente scosso.
Hai atteso
Che il vento passasse
E fratello
Gli hai dato di nome
E lui a te si è inchinato
Come ora anche io so fare.
Non più squassato 
Rialzo gli occhi al cielo
Nella quiete rivedo 
La Luce
In semplici petali bianchi
La Pace

SigilloPiccolo 


Una carezza per la sera

Si sono incrociati come estranei,
senza un gesto o una parola,
lei diretta al negozio,
lui alla sua auto.

Forse smarriti
O distratti
O immemori
Di essersi, per un breve attimo,
amati per sempre.

D’altronde nessuna garanzia
Che fossero loro.
Sì, forse, da lontano,
ma da vicino niente affatto.

Li ho visti dalla finestra
E chi guarda dall’alto
Sbaglia più facilmente.

Lei è sparita dietro la porta a vetri,
lui si è messo al volante
ed è partito in fretta.
Cioè, come se nulla fosse accaduto,
anche se è accaduto.

E io, solo per un istante
Certa di quel che ho visto,
cerco di persuadere Voi, Lettori,
con brevi versi occasionali
quanto triste è stato.

(W. Szymborska)


Parentesi

Le parentesi si aprono e si chiudono.

La verità dev’essere ciò che resta al di fuori di esse.


Il bello appartiene a Dio

– Una volta, ad un frate, che gli aveva domandato perche’ mai raccogliesse con tanta diligenza anche gli scritti dei pagani in cui non vi era il nome di Dio, rispose: “Figlio mio, perche ivi sono le lettere con le quali si compone il Nome gloriosissimo del Signore Iddio. Quanto vi puo essere di bene, non appartiene ai pagani, né agli altri uomini, ma solo a Dio, da cui è ogni bene” (1 Cel 82). –

Concordo con molti sorrisi con questo pensiero di San Francesco.

Ho sempre avuto timore dell’integralismo, ogni integralismo, anche se non soprattutto religioso.
L’integralismo appartiene alla paura e poco ha a che fare con la Fede.
Questo non significa dover accettare qualunque cosa arrivi da ovunque sia, penso per esempio alla New Age che io Personalmente considero pessima cosa, come pessimi sono i predicatori che spesso si vedono in televisione nei film americani e dai quali spero noi si possa rimanere lontani oppure, da quanto ne so, sedicenti religioni come Scientology (ripeto, per quanto ne so io).

Il pensiero di Francesco si basa su una profonda conoscenza della propria Fede. Vissuta fin nell’animo più profondo e per questo in grado di accettare anche ciò che arriva da lontano.

Peccando grandemente di immodestia, me ne scuso, rimando a un altro mio post: utopia concentrica.
Penso che sarebbe stato bello discuterne con San Francesco.
Quando si conosce la Verità non si ha paura del Falso, perché lo si conosce, perché lo si può evitare senza il pericolo di perdere la Verità stessa pur sotto altre forme.